Automi

Automi

Cio che è gia accaduto è che l’uomo nell’impossibilità di creare la scintilla divina negli automi, creò un guscio, una divisa talmente sottile da pervadere la corporeità ed avvolgere l’intelletto altrui.             Comincio a creare automi da altri uomini, persuadendoli con le più avvanzate tecniche pubblicitarie, convertendoli li asservi tutti senza una ragione precisa. Tutti sotto di se. Come lui era stato schiacchiato ora schiacciava. Mascherando con il diritto più ambito: la libertà di communicare ed arrivare con un semplice click. Click eccoti in linea, stai con me qui ed ora, occupati di questo, qui seduto, ignora il resto se sei qui non ha importanza. Non perderti cosa accade su questa linea, ma se scorri vedrai cosa è successo prima e vedrai cosa succederà dopo.

Non puoi certo ignorare la mia linea, non vedi com’è semplice? Io mi occupo di te, ti faccio uno spazio tra le altre linee, un tessuto ben ordinato di cui tu sei un filo certamente importante. E mi occupo di tutti voi, di quando nascete, delle vostre riuscite professionali, delle vostre date importanti. Sono annuario ed evento, il tuo contenitore perfetto. Così gli altri uomini entravano affascinati nella corazza che assorbiva escrementi e secrezioni e sempre più ne chiedeva per correre più veloce.

Questi cavalli addomesticati correvano per una solo cocchiere senza rendersi conto di avere le briglie e scalciavano per essere in testa su tutti gli altri follower. A cosa serve il paraocchi quando si ha tra le mani la volontà altrui?

Quella supremazia strabordante a stento credeva che l’umanità potesse essere veramente la più perfetta della macchine, ed infine non aveva neanche dovuta crearla!

Aveva posto un recinto, un habitat quasi-perfetto. Infatti quei suoi gioccattoli divini ancora dipendevano da stati e nazioni e ogni guerra che questi stolti si facevano andavano a levargli cavalli e corridori… Quando improvvissamente sobbalzò, un impennata, una velocità mai provata. Era accaduto infatti, che tutti gli altri cavalli al vedere quei poveri morti di fatica, per l’orrore, si scapiccolavano increduli che proprio nel loro recinto accadesse un tale macello.

Nel terreno tanto battuto e sfruttato cominciò a stento a crescere l’erba. Ma il padrone trovò che non tutto era perduto, tutte quelle perdite ed impennate lo divertivano, infondo erano solo cavalli. Ed essendo stato l’unico a comporre un tale tessuto e procurarsi da solo cio di cui aveva bisogno decise che giusto o meno sarebbe stata l’unica realtà possibile.